DAY 16 – FROM ISFAHAN TO TEHERAN

Risveglio mattutino per i Fellaz: la voce del giardiniere del parco tutt’altro che dolce fa segno di levarci di torno. Noi, ancora in fase rem alle 6 di mattina, decidiamo all’unanimità di ignorarlo. Dieci minuti più tardi arrivano i rinforzi: un poliziotto piuttosto divertito dalla situazione ci invita a sloggiare e in meno di 2 minuti ci ritroviamo ognuno con il suo posto sui sedili del Transit. Data l’ora e le posizioni non troppo comode, Lucy, Fede e Jack optano per una passeggiata mattutina alla scoperta del parco, che tanto calorosamente ci ha ospitato. I 3 fellaz scoprono che non solo il parco è dotato di un sacco di attrezzi e un percorso salute da fare invidia ai migliori parchi europei, ma anche di bagni, fontane e lavandini a disposizione di tutti coloro che decidono di accamparsi. Inoltre veniamo a conoscenza che i pic-nic iraniani non hanno limiti: alle 6:30 c’è già una famiglia accanto a noi con tanto di tappeto cuscini e l’immancabile chai. Ci avviciniamo interessati al nostro vicino e facciamo amicizia immediatamente scambiando una moka di caffè River con un sacchetto stracolmo di ceci e semi di zucca. Quindi stendiamo il telo e diamo vita ad una colazione di tutto rispetto a base di caffè, chai, digestive al cioccolato rigorosamente sciolto e crackers con miele.


Alle 9 siamo tutti svegli e pronti per andare a vedere le due moschee in Imam Khomeini Square, con un Marco raggiante per aver ritrovato il telefono finito non si sa come in fondo allo scatolone delle magliette. Iniziamo con la moschea dell’Imam, definita a ragione la più bella di tutto l’Iran, dove ci perdiamo per ben due ore affascinati da mosaici, giardini ed arcate incantevoli in pieno stile persiano.

Poco prima di terminare la visita incontriamo un gruppo di italiani che, oltre ad essere stracarichi per la nostra avventura, ci danno alcune dritte sulle prossime tappe in Uzbekistan date le loro precedenti esperienze. Visitiamo anche la Moschea dello Sceicco Lotfollah che, nonostante abbia dimensioni molto inferiori, affascina per la sua bellezza estrema e e per l’aria fiabesca che si respira nella sua unica stanza.

Entusiasti e soddisfatti ci dirigiamo verso la zona dei ristoranti per placare il brontolio dei nostri stomaci arrabbiati. Per puro caso, lo sguardo di Massimo si posa su una zuppa allo zafferano e cipolla, a quanto pare tipico piatto iraniano. CI buttiamo: la stanza è scarna e completamente blu, ma dotata di un acquario niente male incassato nella parete. Insieme alla zuppa ordiniamo anche un panino con carne di pecora giusto per essere sicuri di saziarci al punto giusto.

Con le pance piene e ancora boccheggianti, ci mettiamo in viaggio alla volta di Teheran: anche questa volta lo street food iraniano non ci ha deluso!
Stranamente in anticipo, nei pressi di Qom optiamo per una breve sosta nell’autogrill più lussuoso di tutto l’Iran. Ordiniamo qualsiasi cosa e, tra i vari coni gelato e frappè, Massimo e Marco si lanciano in un presunto gelato al mais che si rivela una coppetta, sì di mais, ma con besciamella, burro e funghi caldi.. IMPERDIBILE! Di ritorno dalla sosta troviamo un sacco di curiosi che si aggirano attorno al mitico Ariosto e a cui dedichiamo il tempo necessario spiegando la nostra avventura per filo e per segno in perfetto Farsi. Una famiglia in particolare si dimostra piuttosto interessata: il padre addirittura entra in confidenza anche Laura e Lucia, sfatando così il tabù islamico della donna priva del diritto di parola in quanto utile solo per fare il sugo.
Due ore dopo, in mezzo al delirante traffico di Terhan, si avvicina strombazzando una macchina già vista: è la famiglia di prima! Senza nemmeno fermarsi ma ancora in marcia apriamo lo sportello e la bimba, allungando la mano ci regala una manciata di caramelle salutandoci animatamente. Siamo sicuri che accadrebbe lo stesso a qualsiasi iraniano appena entrato nel nostro amato paese…


Districandoci egregiamente giungiamo al locale Caffè River di Vanak Square dove ci aspetta la solita incredibile accoglienza da parte di Alì a base di cocktail di frutta e l’immancabile vero espresso italiano! A tutto ciò segue una pizzata collettiva e reportage fotografico ormai di rito al Luna Lounge: non l’avremmo mai detto ma la pizza Iraniana (il ristorante è padovano!) non è niente male. La giornata si conclude in appartamento con il classico Narghilè e chaino, concedendoci pure una sveglia ritardata per recuperare. Domani, finalmente, è in programma la visita di Tehran.