DAY 31 – FROM BALQASH TO ASTANA

Il solito “tatattaratata” della Nokia  disturba il nostro sonno alle 7, la trasformazione in caravan ha regalato una dormita breve ma intensa. Il sole ci mostra che il parcheggio è dotato di numerosi servizi tra cui l’immancabile e comoda latrina con porta che non si chiude, un cane da guardia che non abbaia e una custode a vegliare su di noi per tutta la notte (..e non una prostituta da 300 Tenghe come ieri ci ha detto gasato Jacopo prima di andare a letto!). Usciamo dal cancello con Dani alla guida, facciamo una pausa al distributore con tanto di gara di lancio di uova e ci mettiamo sulla statale in direzione Astana.

La spensieratezza del gruppo, giustificata dalla strada dritta, l’asfalto buono e il sole che splende, viene interrotta dalla comparsa della polizia kazaka che ci ferma con lampeggianti e paletta. Questa volta la combinazione Italia-calcio-spaghetti-Celentano non da i suoi frutti: Daniele consegna la sua patente internazionale al poliziotto che gli fa cenno di scendere per seguirlo verso la macchina, parcheggiata qualche metro indietro. Non si capisce molto fino a quando non torna allibito e, con la faccia dal finestrino, ci dice che dobbiamo pagare una multa di 170$ per avere tenuto spento i fari. La cosa è davvero strana, la cifra in $ sembra troppo alta e quella dei fari suona tanto come una scusa trovata sul momento. Marco scende per giocarsi tutti i consigli della lonely planet riguardo ai rapporti con la polizia, per provare a riabilitare la guida dopo le critiche sui paesi precedenti. Insistendo in italiano e in inglese (con forte accento british) per pagare la multa direttamente in banca ed avere un documento ufficiale, portano i poliziotti all’esasperazione e tornano al furgone fieri di avere evitato il primo tentativo di corruzione!  Senza altri imprevisti arriviamo alle 15 a Karaganda dove ci fermiamo in cerca di un bancomat e di un supermercato per comprare il pranzo e la spesa per i prossimi giorni. Dopo la solita breve pausa in cui svaligiamo il supermarket, saliamo su Ariosto alla volta di Astana con Laura al volante.

La strada è buona, ma il traffico aumenta sempre di più mano a mano che ci avviciniamo alla capitale, costringendoci a sfoggiare la potenza di Ariosto in umilianti sorpassi ai numerosi camion che ci troviamo davanti. Appena rientrati da un sorpasso a destra, lampeggiamo ad un camion parcheggiato pericolosamente a lato della strada dal quale, inaspettatamente, sbuca fuori una sirena rosso blu… lampeggiare alla polizia effettivamente non rientra tra i preziosi consigli della lonely planet e, in men che non si dica, ci troviamo la volante accanto a noi con ufficiale che con fare minaccioso esige i documenti del guidatore e della macchina. Il tipo inizia a parlare in kazako con tono autoritario, tentiamo anche questa volta la carta italia-simpatia ma stavolta non c’è trippa per gatti. Siamo appena passati davanti a loro 26 km/h sopra il limite di velocità consentito, Cri e la Laura vanno verso l’auto della polizia a tentare l’impossibile ma stavolta è davvero dura. Tra gesti di passaporti strappati, minacce di multa e mazzette riusciamo a cavarcela con un adesivo dei goodfellas! Trionfanti dopo la seconda vittoria consecutiva contro la municipale, entriamo ad Astana alla ricerca di un ostello. Quello della stazione, contro ogni previsione, ci conquista grazie alla presenza del wifi e il carta giusto compromesso tra puzzo di freschino e camera spaziosa. Posiamo i bagagli in fretta e ci andiamo a fare un giro di Astana by night prima di tornare in ostello per riuscire ad aggiornare il blog ormai a secco da troppo tempo.