DAY 34 – FROM BARNAUL TO ONGUDAY

Possiamo concederci solo 4 ore di sonno, ma l’inaspettata ospitalità dei nostri amici italiani e la ritrovata comodità di un materasso dopo la nottata precedente rendono il risveglio decisamente più piacevole. Alle 8 ci troviamo fuori dall’appartamento con Luca per riconsegnare le chiavi ed eliminare ogni traccia del nostro passaggio, quindi ci dirigiamo verso un bar fornito dell’indispensabile wi-fi, soddisfatti di essere operativi così di prima mattina!


La nostra “sostavelocevelocegiustoperpostarequalcosasulblog” diventa ovviamente un accampamento Goodfellas al caffè più costoso di Barnaul, e anche se ci dividiamo in due gruppi mandando alcuni fellas a fare la spesa per guadagnare tempo, non riusciamo a schiodarci fino alle 15. Prima di intraprendere il lungo viaggio attraverso gli Altai fino al confine con la Mongolia non resistiamo alla tentazione di scattare una fotina con il compagno Lenin nella piazza accanto…la gopro per questo tipo di foto regala emozioni!


Daniele si mette al volante, e lasciamo la città con la benedizione di Luca, che ci manda un messaggio congratulandosi per come abbiamo lasciato ordinato l’appartamento.
La strada si rivela migliore del previsto, e l’unica cosa che possiamo fare è guidare finchè ne abbiamo, possibilmente senza le soste prolungate che ci contraddistinguono. La vista di un lago con pescatori al tramonto però ci costringe a fermarci, e si sa, una volta tirato fuori il pallone, Nello, Dani, Fede e Jack sono difficilmente recuperabili, Rimandiamo così la partenza per dedicarci al nuovo sport nazionale proposto da Federico: colpire un sasso in aria con un altro sasso in riva a un suggestivo laghetto in Siberia! Suona ridicolo, lo sappiamo, fattostà che ci ha coinvolto per quasi un’ora!

Il sole nel frattempo è calato, e anche questa volta ci tocca guidare di notte, cosa che da giorni ci promettiamo di evitare. Dopo un paio d’ore Daniele giustamente sente di dover cedere il posto a un altro fellaz causa palpebra calante, e la guida passa a una carichissisma Laura, non tanto per l’ora tarda, quanto per le ottime condizioni della strada. Comincia così una ricerca sfrenata della perfetta piazzola per accamparci, ma scopriamo nostro malgrado che questa strada è circondata da boschi inaccessibili. Al terzo tentativo decisamente troppo avventato Ariosto non ce la fa a risalire, e ha bisogno della spinta di tutti i fellaz per rimettersi in strada. Dopo questo simpatico sketch e altri tentativi falliti, decidiamo all’unanimità di accomodarci nel più caldo degli ostelli: il nostro van! Ormai perfettamente organizzati nella sistemazione dei lettucci, ci concediamo una gustosa cena a base di legumi in scatola per poi infilarci nei nostri sacchi a pelo e goderci la nostra ultima notte in preparazione della tanto agognata Mongolia…