DAY 44 – ULAANBAATAR

La sveglia ci butta giù dal letto, il tempo di una rinfrescata ed un caffè River e i Goodfellas sono finalmente pronti per la Finish Line!
Guidiamo Ariosto nella vicina sede di Go Help e saliamo negli uffici per finire di firmare i documenti che attestano l’avvenuta donazione del mitico furgone che ci ha scarrozzati in giro per mezzomondo tra mille avventure. Tra un biscottino e un succo gentilmente offerti dallo staff di volontari di Go Help facciamo la conoscenza del team arrivato subito prima di noi con il loro pick up, gli “On The Road Again”, un gruppo di 3 signori australiani molto simpatici con cui ci confrontiamo a suon di sketch avvenuti durante questi lunghi 45 giorni in viaggio.

Dopo aver messo nero su bianco sul grande poster dei partecipanti al Mongolia Charity Rally 2013 che Il “The Goodfellas Team” è arrivato ufficialmente 22esimo alla meta, firmiamo le carte e saliamo nuovamente sul furgone con Cristiano alla guida in direzione finish line, che a quanto pare è qualche chilometro più in là, per il tragitto veniamo accompagnati da Baljka, una delle volontarie di Go help, che nonostante la carica eccezionale dei Fellaz stenta ad ambientarsi e anzi, sembra piuttosto presa male. Per farle cambiare atteggiamento decidiamo appena partiti di intonare quello che è diventato il nostro inno, ovvero l'”Inno del Corpo Sciolto”, del mitico Roberto Benigni, che ci ha accompagnato per buona parte del viaggio!  Jacopo monta la Gopro e lo spettacolo ha inizio, tutti quanti iniziano ad intonare i versi mentre la nostra passeggera non sembra sciogliersi, anzi, si ritrae ancor di più verso lo sportello come impaurita dall’entusiasmo dei sette fellaz in dirittura d’arrivo.

                                                                                                          VEDERE PER CREDERE!!

Ma proprio nel momento di massimo entusiasmo Marco e Laura vedono qualcosa staccarsi dal furgone e finire nel mezzo del traffico di Ulaanbaatar: è la tenda di Massi, che, nella fretta dell’ultima carica del furgone evidentemente non è stata legata a modo ma soltanto appoggiata e, alla prima occasione propizia ha deciso di darsela a gambe nel traffico della capitale. Marco appena si accorge del fatto apre il portellone e si lancia alla ricerca della sfortunata tenda, ma incredibilmente non la trova, chissà che fine avrà fatto? Di ritorno al pulmino si improvvisa vigile urbano e permette ai Fellas di districarsi dalla coda per sprintare atuttofoco verso la tanto agognata Finish Line. L’arrivo non è altro che il parcheggio privato di un ristorante convenzionato con la ONG Go Help ma ai Goodfellas basta per esplodere in salti, urla e balli matti, l’entusiasmo è tale che il vicinato inizialmente si affaccia titubante e poi comincia a rispondere ai cori intonati dai sette viaggiatori italici. Il passo successivo è una serie infinita di foto in salto e con Ariosto finchè non ci viene consegnato il premio, una statuetta metallica con piedistallo in pietra tanto trashona quanto pesante di un paffutissimo Gengis Khan che sventola una simpatica bandierina recante il logo del Mongolia Charity Rally.

Veniamo poi invitati all’interno del ristorante assieme all’altro team per il birrino della vittoria. Brindiamo e degustiamo la bionda mentre cerchiamo di riassumere il nostro viaggio attraverso un illustrazione sullo “Sketchbook dei vincitori”. Jack inizia a disegnare e a ruota ognuno inserisce altri disegni e frasi sulla tavola che dopo un paio d’ore di lavoro è davvero una figata.

Fatto questo siamo “liberi” di farci un giro per Ulaanbaatar, ma gli insaziabili stomaci iniziano a gorgogliare, e la necessità di wifi ci spingono a tornare un’altra volta alla corte del colonnello Sanders, il mago del pollo fritto. Tra una skypata e un’aletta di pollo piccante facciamo una bella merenda/cena ricca di colesterolo per fare il pieno di energie che serviranno per provare a scrivere almeno un paio di giorni di blog a testa, ovvero quelli che ci mancano per rimettersi in pari. Infatti tornati a casa Goodfellas (l’ostello/appartamento da noi colonizzato) ognuno si prende un giorno ed inizia a scrivere stravaccato sul divano con una tazza di caffè nero o tè. Ma la voglia di cazzeggiare è tanta, e tra un: “ti ricordi di quella volta che..” e uno sguardo alle foto il tempo vola. Tutto bene fin che non ci accorgiamo che sono le 3 e ancora nessuno ha finito il suo lavoro di blogger, decidiamo quindi di mettersi davvero sotto con e nonostante la stanchezza latente e gli sbadigli che si inanellano l’uno sull’altro riusciamo a rimettersi in pari facendo la notte in bianco come ai vecchi tempi (universitari)…Sono le 5 e decisamente non ne possiamo più, soddisfatti dell’operato ce ne andiamo a letto per una “lunga” dormita di due ore, domani sarà una giornata intensa…domani sarà ufficialmente il nostro Ultimo giorno di viaggio!!