DAY 17 – TEHERAN

Alì ci consiglia di affrontare il traffico cittadino con due taxi per far riposare i nostri muscoli e quelli di Ariosto. Alle 10 siamo pronti per la partenza: l’unico punto di interesse che ci possiamo permettere di vedere causa mancanza di tempo è il Palazzo Golestan. Felici di essere solamente un’ora in ritardo rispetto ai piani, nonostante una ricca colazione, 8 docce e un torneo di uncinetto, Alì il cunctator temporeggia un po’ prima di contattare i taxi che arrivano due ore dopo. L’ormai celebre traffico di Teheran ci tiene imbottigliati per un’altra ora di puro delirio nella quale assistiamo persino ad una scazzottata tra un agente ed un biker iraniano.Arriviamo finamente al Golestan, il lussureggiante palazzo degli Sha. I 500000 Rial a persona caricano “abbestia” le nostre aspettative. Entriamo fiduciosi pagando il pacchetto completo: biglietti di ingresso per tutti e 7 gli edifici del palazzo simbolo della sfarzosità della dinastia magiara, costruito da uno Scià in stile Europeo. La prima sala è solo un assaggio di quanto i nostri soldi potessero essere stati investiti in modo migliore… Sembra un museo di Barbie iraniane con tanto di accessori e relative improbabili didascalie. Seguono visite ad altre sale che però, allo stesso modo, non valgono il prezzo del biglietto. Ciò che ci stupisce di più è la sala degli specchi dove sono raccolti i doni giunti da altre nazioni.

Usciamo dopo un paio d’ore, abbiamo solo il tempo di trangugiarci un kebap falafel giusto all’ingresso di un bazaar che prometteva di essere strainteressante, e ci mettiamo in marcia verso la sede di Caffè River dove ci attende un evento mondano.

I km da fare sono pochi, ma il famigerato traffico ci tiene intrappolati per ben un’ora nella quale tutti cadiamo in un sonno profondo. Arriviamo alla location: Alì ci accoglie con caffè, succhi di frutta e cappuccini e, tanto per rispettare fino in fondo il Tah’rof, scoliamo tutto in tempi da record mondiale. L’evento a cui siamo invitati raccoglie la crème della crème della Teheran “bene”. Quà le signorine lottano per aggiudicarsi veli a cifre equiparabili ad uno stipendio medio annuo di un operaio. Giriamo per gli stand e la nostra fisionomia italica sembra calzare a pennello con la location. Facciamo foto con stiliste provenienti da mezzo mondo… Ai Goodfellas, specialmente agli spiriti liberi, piace eccome la situazione! Alì se ne accorge ed eccolo subito caricare la mano invitando noi e le ragazze a sciogliere il ghiaccio in modo simpatico ma che alla fine non ci porta al risultato sperato… Alì, così ce le bruci tutte!!!


Le foto di rito vanno avanti fino alle 22 quando apprendiamo una notizia che fa esultare i nostri stomaci senza fondo: la madre di Mustafa, collega ed amico di Alì, ci ha invitato a cena a casa preparando manicaretti che darebbero tre piste anche allo chef Gordon.
Arriviamo all’appuntamento con puntuale ritardo ma l’accoglienza è delle migliori: grappa fatta in casa che ci attende sopra al tavolo e un indimenticabile profumo che proviene dalla piccola cucina. Dopo pochi minuti è finalmente pronto: ci accomodiamo a tavola e in poco tempo riusciamo a spazzolare tutte le pietanze. Ma la cultura iraniana non lo permette e la mamma di Mustafa fa continui upload dei piatti. Tentiamo con un colpo di reni di lucidare i piatti con tanto di scarpetta ed ormai pieni, ci viene dato il colpo di grazia con Chai e dolcini tipici.


Sazi e mezzi brilli, un taxi ci riporta al nostro appartamento per andare a dormire, non prima però di aver goduto come al solito, dei fumi orientali del nostro Narghilè…