DAY 9 – FROM GOREME TO IRANIAN BORDER

La cara vecchia sveglia suona alle 3:40 per i Goodfellas, è una levataccia ma questa volta siamo sicuri che ne vale veramente la pena: Mongolfiera nel cielo della Cappadocia per noi!
Il van dell’ Atmosphere balloons (l’agenzia a cui abbiamo strappato il prezzone) ci accompagna prima per una colazione all’headquartier della compagnia. Alla vista di un buffet a cui non siamo abituati ormai da tempo alcuni fellaz approfittano della situazione come se non ci fosse un domani…ma l’entusiasmo dura poco: i piatti sono ancora pieni e la delusione è tanta quando veniamo invitati a risalire sul van con ancora un pezzo di formaggio in mano e due uova sode in tasca. In pochi minuti arriviamo alla pista di partenza, il sole si sta alzando, e assistere alla preparazione delle prime mongolfiere già la fa prendere benissimo.

Murat, il nostro pilota, ci da alcune nozioni sul volo e sulle posizioni che dovremo assumere all’atterraggio, e finalmente ci stacchiamo da terra! Il volo in mongolfiera è un’esperienza assurda e inaspettata: sembra di stare affacciati ad una terrazza sulla Cappadocia e il tempo viene scandito dal solo rumore del combustore che ci fa roteare mentre siamo guidati dal vento.Dopo qualche minuto di volo ecco l’alba rivelarci un paesaggio quasi lunare che Murat ci fa osservare regalandoci più volte il brivido di passare a pochi centimetri dai camini delle fate.

Quest’ora mozzafiato si conclude con l’atterraggio in un campo dalla parte opposta della valle, accolti dallo staff con la promessa champagnata alle 8 di mattina.
Ci ritroviamo alle 8:30 a levare le tende in mezzo ad un campeggio ancora dormiente con il solito obiettivo di partire prestissimo e il solito scarso risultato: partenza pomeridiana!


Ormai amici dei gestori del campeggio, saliti al risorante solo per aggiornare il blog, finiamo a parlare con tutti, zii, cugini e nuore di Murat senza farci mancare anche la più vecchia delle sfide a braccio di ferro che perdiamo miseramente! Un ultimo disperato tentativo di vincere la sfida ci porta ad unire le forze e i fellaz a spingere insieme con l’unico risultato di rompere il tavolino e perdere nuovamente l’incontro.

Con la coda tra le gambe ordiniamo la colazione turca e discutiamo su come arrivare alla frontiera con l’Iran. Per riconquistare un po’ di dignità e ridare un po’ di onore all’italia prepariamo un paio di moke con il buonissimo caffè river: il cai non è male , ma il caffè non lo batte nessuno!
I saluti si protraggono per almeno un’ora tra foto, abbracci e cinque alti e finalmente verso l’una e mezzo lasciamo il simpatico Dilek Camping.

I 1200 km che ci dividono dall’Iran si dimostrano più impegnativi del previsto, ma al tempo stesso ci regalano paesaggi inimmaginabili. La strada per Erzurum passa per montagne a più di 2000m ed è qui che alla prima pausa pipì rimpiangiamo di non aver fatto le pellicce Goodfellas.
Visto che vorremmo evitare di spingere il nostro Ariosto per queste pendenze, ci fermiamo per un rifornimento di succhi, benzina e tuc contraffati. Alla cassa paghiamo ad un bambino con la maglia del Fenerbace e cerchiamo di strappargli un sorriso regalandogli la divisa ufficiale del Milan. Con la maglietta scende anche il pallone e tutto il distributore si schiera con un 4-4-2 offensivo che si conclude con un terzo tempo a base di turkish delights offerti dalla casa.

Da qui alla dogana procediamo senza sosta alternandosi alla guida. Lucy, ultima pilota della tratta, ci annuncia alle 3:45 del mattino l’arrivo alla frontiera. Non facciamo altro che tirare fuori i sacchi a pelo e trasformare Ariosto in una “comoda” camera d’albergo…L’Iran è sempre più vicino, e la voglia di conoscere questo paese di cui tanto si sente parlare, nel bene e nel male, è davvero tanta!